Di Ennio ORSINI
Si chiama onicogrifosi, e spesso può essere ereditaria. Non è altro che una distrofia della lamina ungueale, associata ad una onicauxi (ispessimento della lamina). Avere un unghia affetta da onicogrifosi vuol dire, oltre a sentirsi un corpo estraneo attaccato ad un dito, dover combattere con un accrescimento irregolare dell’unghia stessa, ma soprattutto significa dover fare i conti con l’inestetismo che produce! Effettivamente un unghia deformata e giallo/brunastra non è un bel vedere, specie se ad esserne affetta è una ragazza patita di sandali ad infradito! Stefania infatti, non ha mai potuto indossare queste popolari calzature estive, diventate ormai un must non solo tra le donne! Di solito l’onicogrifosi colpisce la lamina dell’alluce, ma nel caso di Stefania, fortunatamente, non era così. Infatti il dito che presentava questo fardello era l’illice (secondo dito). Lascio immaginare come può essere vissuto un problema di questo tipo in estate! Mare, scarpe aperte, voglia di smalto, tutte cose che Stefania si precludeva. In quel periodo lavoravo in un centro estetico dotato di un reparto podologico, dove di tanto in tanto Stefania si recava per tagliare questo duro uncino rivolto all’ingiù (fig.1). Sentivo come lei spiegava al podologo i suoi trucchi, alfine di viversi meglio quel suo problema divenuto ormai un complesso psicologico. La sentivo parlare di tagli estremi fatti su quell’unghia , seguiti poi da coperture a mo’ di stucco ad opera di smalti colorati! Si lamentava di come però quest’artificio durava il tempo di una passeggiata! Ascoltare i suoi espedienti mi fece venir l’ispirazione e la voglia di proporle una soluzione alternativa. Perché non tatuare un unghia sana? Così facendo lei si sarebbe solo dovuta preoccupare di mantenere l’unghia “canina” più corta possibile. Inoltre avrebbe potuto comunque applicare smalti, che avrebbero aumentato l’effetto illusorio! L’idea piacque, e quindi iniziammo il lavoro.
Inizialmente studiai al PC l’aspetto dell’unghia sull’illice dell’altro piede, per capirne meglio il reale chiaro scuro, la colorazione e la forma (fig.2). Avevo già deciso di utilizzare pigmenti da dermopigmentazione visagistica BIORIASSORBIBILI, questo per rischiare meno un effetto non atteso. Scelta che nei ritocchi successivi rivalutai, utilizzando colori da dermopigmentazione artistica DEFINITIVI, perché più coprenti e persistenti nel tempo. Come pensavo, la fase più difficile si rivelò quella di ricerca delle tinte da raggiungere. Questo perché nella pigmentologia applicata alla dermopigmentazione estetica, ogni tinta deve essere raggiunta con soli 4 colori, detti fondamentali: il rosso, il giallo, il nero ed il bianco (fig.3). Nella tabella seguente si può osservare la scomposizione pigmentologica in fondamentali, fatta in riferimento dell’illice sull’altro piede.
Nell’esecuzione del tatuaggio ho notato un particolare riversamento di sangue, soprattutto in prossimità dell’unghia. Questo sicuramente ha contribuito allo svanimento del tatuaggio nel giro di qualche mese. Infatti Stefania, nella revisione successiva, si presentò nel mio studio con “l’unghia” quasi completamente svanita! Situazione che mi convinse a sostituire i pigmenti precedentemente impiegati con altri da tatuaggio artistico, perché meno sogetti a processi di fagocitosi.
Stefania ora indossa regolarmente infradito, ed io come al solito rifletto su questo successo, e mi chiedo se sia stata solo questione di fortuna. Sono convinto di si, ma penso che in lavori simili al mio, la fortuna si ha quando la preparazione si incontra con una opportunità!
Didascalia alla figura 3
Il sistema mp4E: metodo pigmentologico delle 4E, è una teoria dell’autore di questo articolo, che si basa sull’utilizzo di 4 colori fondamentali ricavati da i colori presenti nel corpo umano. Utilizzando gli stessi colori dei nostri tessuti è possibile avere dei risultati molto più naturali. Infatti il sistema mp4e, viene impiegato solo dove il risultato da raggiungere deve avvicinarsi più possibilmente alla realtà, ossia tatuaggi estetici e visagistici: T.E.V.
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