Forse è uno degli inestetismi più diffusi, interessa sia la donna che l’uomo, a volte può essere sintomo di una disfunzione della microcircolazione venosa. Sto parlando delle teleangectasie, o anche microvarici… comunemente definite anche “capillari rotti”. In realtà non si tratta di veri e propri capillari, quest’ultimi non potrebbero vedersi ad occhio nudo! Il loro diametro interno può arrivare fino ad un millimetro.
Ad oggi la medicina risponde a questo problema con la scleroterapia. Ossia l’introduzione di un liquido detto sclerosante, che induce una lieve infiammazione del vasetto (flebite chimica), facendolo richiudere (sclerotizzare). Tale tecnica seppur datata, (si pensi che i primi trattamenti sclerosanti risalgono al 1853!), è ancora molto utilizzata. Tecniche più moderne, e costose (fino a 400 Euro a seduta), sono ad opera dei laser. I più utilizzati sono i ND Yag impulso lungo, Laser Diodo, DYE Laser, Luce Pulsata.
A seconda della loro origine, le teleangectasie, possono essere classificate in vari modi.
Teleangectasie ormonali
Sono associate a degli sbalzi ormonali femminili e si manifestano maggiormente sulle cosce. Possono comparire in menopausa o al contrario nel menarca. Non è raro vederle spuntare in gravidanza o a causa di pillole anticoncezionali.
Teleangectasie da insufficienza venosa
Sono accompagnate abitualmente da altri tipi di varici e da sintomi di insufficienza venosa. Si trovano più facilmente nel dorso del piede,dietro al malleolo, nelle gambe ed in particolare sulle cosce. Presenti sia nell’uomo che nella donna.
Teleangectasie finissime causate dalla debolezza del sistema capillare
Si localizzano prevalentemente verso la fine delle gambe e sono provocate dai raggi UV, eccessi di lampade abbronzanti, dal calore o dal freddo. Presenti sia nell’uomo che nella donna.
Varici reticolari
Sono di diametro più grande e si manifestano con una rete tortuosa di vene che alimentano le zone interessate dalle teleangectasie. Sintomo di insufficienza venosa, è buona norma trattarle prima delle teleangectasie per evitare che queste ultime ricompaiano successivamente.
Teleangectasie matting
Possono comparire dopo iniezioni di sostanze sclerosanti. La loro comparsa può dipendere da una tecnica di intervento non corretta. Per esempio se il liquido iniettato ha una concentrazione eccessiva, o se ne viene iniettato troppo, se è eccessiva la pressione di iniezione, o infine se non viene fatta una terapia di compressione.
Ho sempre avuto la convinzione che ogni problema estetico legato ad una pigmentazione, potesse avere dal tatuaggio estetico (micropigmentazione paramedicale), una valida risposta. Nella mia temeraria natura c’è la predisposizione a sperimentare… un idea non dovrebbe MAI essere soppressa, bensì trasformata. L’idea era quella di colorare il poco derma al disopra delle teleangectasie, in maniera tale da camuffarle. I problemi erano fondamentalmente due, il primo, il solito, la scelta del colore giusto. Il secondo era invece di origine traumatica, ossia mi chiedevo come il delicato e sottile tessuto in corrispondenza della telangectasia avrebbe reagito ad una dermopigmentazione. Il rischio poteva essere quello di peggiorare l’estetica della zona, attraverso una cicatrizzazione anomala. Infatti ho notato che le persone predisposte a fragilità capillare, microvarici, o semplicemente persone con pelli delicate, spesso tendono a cicatrizzare presentando, in un secondo momento, delle ipermelanosi (macchie marroni). Questo anche in seguito a piccoli traumi (esempio: stinco che batte alla rete del letto). Tatuare questi soggetti quindi, mi avrebbe esposto ad un eventuale cambio di colore della varice, da viola a marrone! In fig.1 si nota il piede con l’inestetismo, prima del mio intervento. L’occasione entrò dalla porta del mio studio con Mauro. Mauro è un signore sulla sessantina, patito dell’estetica e del’ordine. Mi chiese di coprire con un tatuaggio artistico, una macchia marrone sulla sua caviglia, nata da un esito cicatriziale di una ferita, causata da un urto domestico accidentale. Quando tolse il calzino per farmi vedere la sua macchia, la mia attenzione fu attratta da un’altra discromia… I suoi capillari rotti! Le teleangectasie di cui sopra. Gli feci da subito un invito a prestarsi a questa innovativa tecnica di copertura. Risposta estetica a quel “secondario” (per lui, ma primario per me) problema. Al giorno dell’appuntamento avevo già stabilito il mio piano di volo. Ago a cinque punte utilizzato con il dermografo inclinato a 30 gradi, pulsazioni bassissime circa 4000 al minuto, pressione leggerissima e nel bicchierino una preparazione colorante ricca di bianco e giallo. La scelta del colore è nata dal seguente ragionamento: La varice da coprire aveva un colore viola melanzana, quindi ricca di componente rossa e nera.
E’ doveroso ricordare, per chi non lo sapesse, che nella pigmentologia saltano gli schemi classici ed elementari, usati anche nel trucco, della teoria del colore. Per rievocare il “color pelle” occorrono 4 colori: Rosso; Nero; Bianco e Giallo. Il rosso ed il nero come già detto, erano presenti nella varice, quindi mancavano solo il giallo ed il bianco. Appena iniziata la dermopigmentazione mi accorsi da subito che avevo scoperto qualcosa di molto interessante…. Funzionava! Ovviamente subito dopo il passaggio del dermografo seguiva un segnaccio giallo/arancio, frutto del riversamento di sangue molto abbondante. Fig.2. Ad un mese dal trattamento Mauro si presentò nel mio studio nelle condizioni descritte dalla fig.3, aprendo così le porte ad un nuovo ed alternativo sistema, per la risoluzione di teleangectasie tutto “made in Italy”!
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